La Sede

Il Dipartimento di Scienze della Terra occupa parte del complesso di S. Marcellino ed il secondo piano del palazzo Pappacoda di via Mezzocannone, 8 nel Centro Storico di Napoli.

mappa

 
 
Qualche cenno storico-artistico:

Il complesso di S. Marcellino era un antico monastero basiliano, già fiorente alla metà del sec. VIII e dedicato ai SS. Marcellino e Pietro; un altro monastero benedettino, intitolato a Festo, gli sorse accanto, fondato da Stefano II, eletto vescovo nel 767. Verso il 1566 i due monasteri si fusero assumendo il titolo dei SS. Marcellino e Festo; ebbero inizio allora i lavori.per l'ampliamento dei locali e il rifacimento del giardinoe del chiostro.
 

 

chiostro

 

 

 
 
chiostrocupola
  Soppresso nel 1808, divenne sede di un convitto femminile e nel 1907 passò all'Università. Oltrepassato il portale, si accede a uno scenografico chiostro, con al centro un bel giardino, cinto su tre lati da portico, sopra cui si svolge una terrazza. Vista sulla bella cupola di S. Marcellino, con copertura maiolicata policroma, sormontata da un lanternino cieco.
 
 
Sulla sinistra del complesso, in una rientranza, si leva la chiesa dei SS. Marcellino e Festo, ricostruita da Pietro D'Apuzzo (1626-1645), forse su disegno di Giovanni Giacomo Conforto, e più volte restaurata a partire dal 1707. La facciata, d'ispirazione rinascimentale, conserva il carattere originario, come il pronao suddiviso da 4 colonne, i cui capitelli furono rielaborati dal Vanvitelli.
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Interno. Oltrepassato il portale d'ingresso l'interno si presenta a una navata con cappelle laterali, di bell'effetto per la policromia dei marmi (verde antico, giallo di Siena ecc.). Il suo attuale aspetto è dovuto a un restauro settecentesco, affidato prima al Gioffredo e poi al Vanvitelli, il quale curò la ricca decorazione marmorea (realizzata da Domenico Tucci e Antonio Di Luca; 1759-67), la ripresa dei 4 pilastri della crociera e il progetto dei due cappelloni (1760-62) del transetto.
 

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Sull'ingresso, Passaggio del Mar Rosso, tela di Giuseppe Simonelli. Nel magnifico soffitto ligneo, SS. Trinità, Sacra Famiglia e altre 4 tele laterali, di Massimo Stanzione (1630-43); l'Assunzione, al centro, è attribuita a Giovanni Bernardino Azzolino.

 
  gelosie  

Le gelosie dei coretti sono di Giuseppe D'Ambrosio (1761-65).
Nella I cappella destra, S. Vito, bella tela della maturità di Battista Caracciolo. Gli affreschi negli otto spicchi della cupola e nei pennacchi sono di Belisario Corenzio (1630-40), ritoccati da Nicola La Volpe (1848); pure del Corenzio, e più rispettati, quelli sugli archi dei cappelloni.

Nel cappellone destro, Cena in casa di Simone, di Girolamo Starace (1754).

 
 

Nel presbiterio, l' ancona marmorea,
con le statue di S. Marcellino e S. Festo, è di Dionisio Lazzari (1666), che operò anche nel cappellone di S. Benedetto, a sinistra, il cui altare, di Antonio Di Luca, ha 2 puttini, di Giuseppe Sammartino (1766), nel paliotto; sopra S. Benedetto, di Francesco De Mura (1760).
- In sagrestia, intagli lignei cinquecenteschi.

(Testo da: Guida d'Italia "Napoli e dintorni" del TCI; foto da:"Napoli Sacra" VI itinerario, E. de Rosa Editore.)

  affreschiaffreschiS.Marcellino


 

scala.santasala.capitolare

 

Di recente sono stati ultimati i lavori di restauro e la chiesa è diventata sede di manifestazioni culturali.

La Sala Capitolare oggi è sede del Museo di Paleontologia.

A ridosso del giardino pensile prospiciente il complesso di S. Marcellino si prospetta il grazioso Oratorio della Scala Santa, eretto su disegno del Vanvitelli nel 1772 come evidenziata dalla firma in una epigrafe sulla facciata.